Animali del mondo

 

Da diversi anni scrivo una personalissima e snobbatissima rubrica sul mio profilo FB dal titolo “Animali rari, strani e coccolosi” oppure “Animali pucciosi e bizzarri” oppure “Animali&Animali“. Basta snobbarla. Per favore? 🙂 Ecco i miei preferiti con fatterelli sparsi e scelti a caso da me. Invece gli animali sono in ordine alfabetico. Praticamente un disordine nell’ordine.

 


Bradipo

Il bradipo è un animale molto simpatico. Fa parte dell’ordine degli «sdentati» (insieme agli armadilli e ai formichieri) anche se in realtà ha dei denti, sia pure molto poco sviluppati. Il suo punto forte è un’incredibile lentezza. È lento quando cammina, quando mangia, quando gioca, perfino quando fa la cacca. Pensate che può addirittura capitargli di addormentarsi proprio mentre sta facendo i suoi bisognini. Ti stimiamo fratello!

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Capibara
È un tipo davvero buffo il capibara.
Innanzitutto il signorino è un roditore, chi l’avrebbe mai detto con quella stazza. È il più grande roditore esistente, è un grosso porcellino d’India.
Vive prevalentemente nelle zone caldo-umide del Sud America dove cazzeggia in libertà rotolando nel fango, abbronzandosi e facendosi delle gran nuotate, stando però attento al suo principale nemico: l’alligatore.
Qualcuno lo chiama “maialino acquatico”, qualcuno ce l’ha pure in casa, ma non in Italia, qui è illegale. Se anche a voi sta simpatico il capibara vi consiglio la pagina: カピバラ大好きFacebook

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Canguro arboricolo del Matschie

Per gli amici Dendrolago di Huon perché vive nella Penisola di Huon, nella Nuova Guinea nord-orientale e Matschie dal nome del biologo Paul Matschie.

Cominciamo subito con il dire che è una specie in pericolo. Purtroppo. Per via della deforestazione. Cazzarola.
Il nostro amicicio ha piedi corti e robusti e grossi artigli per arrampicarsi sui rami, dal momento che vive praticamente e sempre sugli alberi. Singolare la sua lunga coda grazie alla quale riesce a mantenersi in equilibrio e saltare da un ramo a un altro.
Panciotta e zampe beige, pelliccia rossiccia sono i suoi segni distintivi, oltre a delle orecchie corte simili a quelle degli orsi. Dicono non ci senta molto bene, ma magari semplicemente non gli interessa quello che abbiamo da dire.

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Cercoletto

Il cercoletto o kinkajou è un mammifero arboricolo della famiglia dei Procionidi, originario del Centro e Sudamerica. Credo che il suo nome sia completamente spiegato e riassunto nella diapositiva.
Si differenzia da tutti gli altri Procionidi per la sua coda prensile, lunga quanto il resto del corpo e rivestita uniformemente di un corto pelo.
Il mantello è corto, foltissimo e morbido come velluto.
Durante il giorno dorme raggomitolato su un fianco proteggendosi gli occhi con le zampe anteriori. Quando si risveglia al crepuscolo stende prima l’uno e poi l’altro braccio, sbadigliando ed estroflettendo la lingua, e quindi inarca il dorso e si siede spingendo in avanti la coda tra le gambe. Si gratta poi rapidamente con gli arti anteriori, cominciando dalla coda e passando infine alle zampe e ai fianchi.
Il cercoletto è diventato sempre più di moda tra gli animali domestici anche se la sua vivacità (e soprattutto i suoi artigli) può causare molti danni.

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Colugo della Sonda

Questo tenerino qui ha un nome complicato. Si chiama Colugo della Sonda o Galeopiteco della Malesia e qualcuno lo chiama anche lemure volante della Sonda, ma no no no, non osate, non c’entra nulla con i lemuri.
Ne avevate mai sentito parlare?
È un mix di animali: occhi acquosi e muso allungato da pipistrello, membrana da scoiattolo volante e pelliccia felina mimetica che gli fa da casa.
Questa pelliccia ricopre interamente il suo corpo grazie a un’ampia membrana detta patagio, che si tende dal collo alle punte delle dita dei quattro arti e alla coda e può diventare una specie di amaca dove accogliere il piccolo.
Oltre a dormirci, questo patagio consente al Colugo della Sonda di “volare” tra un albero e un altro. Questo simpatico animalino vive principalmente sugli alberi della Thailandia, Malesia, Giava e Borneo. A terra è molto lento.
Io dico che un animale che ha integrato coperta e amaca nel suo corpo ha davvero capito tutto.


Echidna

L’echidna è un animale particolare che ha alcune caratteristiche dei mammiferi e altre dei rettili. Spicca il muso particolarmente allungato, cilindrico e privo di peli e di aculei, con all’estremità le narici.
L’echidna non fa nascere dei piccoli vivi, bensì depone delle uova che si sviluppano e crescono nell’utero materno. Quando iniziano a muoversi le espelle nel marsupio. Alla nascita il piccolo echidna misura appena 15 mm, è completamente nudo e presenta il muso allungato rivolto all’insù. Per alcuni mesi il piccolo rimane nella sacca materna leccando il latte che viene disperso tra i peli. Con la crescita anche gli aculei iniziano a formarsi e così la madre infastidita, lascia il piccolo in una buca nel terreno. Dev’essersi infastidita anche la mamma di questo piccolino.

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Gerboa dalle grandi orecchie

Questo simpatico pelosetto ha due orecchie extra large, più grandi della testa. E’ un roditore, è piccolissimo (lungo dai 7 ai 9 cm) e lo si trova solo in Mongolia e nella Cina nordoccidentale. Le orecchie non sono la sua unica caratteristica buffa.
Ha una codina che termina con un ciuffo bianco e due occhietti simili a palline.
È timido, riservato e ci sono una valanga di rapaci che vorrebbero mangiarselo, ma questo topino corre molto veloce e durante la corsa pare che appiattisca le orecchie lungo il dorso. La vita non è facile per il Gerboa, la specie purtroppo è in via di estinzione.
Forza piccolo topino/cangurino/cosino, siamo tutti con te!


Licaone

Il licaone (il suo nome latino significa “il lupo verniciato” per via del pelo chiazzato in modo irregolare) normalmente girovaga per le pianure e per i boschi dell’Africa subsahariana. Questi cani dalle zampe lunghe hanno solo quattro dita per zampa, a differenza di altri cani, le cui zampe anteriori terminano con cinque dita. Ciascun animale ha il pelo dal disegno unico, e tutti gli esemplari hanno le orecchie grandi e arrotondate.

Le femmine partoriscono da 2 a 20 cuccioli, e l’intero branco partecipa attivamente all’allevamento. Questi cani sono molto gregari, ed è nota la loro abitudine a ripartire il cibo e ad assistere i deboli o i malati del branco. Interazioni sociali tra gli esemplari di questa specie sono frequenti; comunicano attraverso il tatto, le azioni e i vocalizzi. Come sta facendo questo bel duo cucciolo – mamma nella diapositiva.

I licaoni africani sono in pericolo di estinzione. Si trovano a vagare in uno spazio sempre più ridotto nel loro habitat africano. Sono anche molto sensibili alle malattie diffuse dagli animali domestici.395054_4424353200160_54262310_n


Lince

La lince è un gattone timido e coccoloso: è abbastanza vero.
Dal micio cambiano le dimensioni, gli habitat e soprattutto: le basettone di pelo a lato del muso e quegli stupendi ciuffetti sulle orecchie.
Il suo pelo, morbido e setoso, ha reso la lince una facile preda dell’uomo. La popolazione di lince originaria delle Alpi si è estinta e gli esemplari presenti oggi sull’arco alpino italiano sono il risultato di progetti di reintroduzione. Per fortuna le segnalazioni di lince sono aumentate negli anni. Oggi si stima che vi sia un numero minimo compreso tra i 10 ed i 15 individui adulti. Ma attenzione: sono sempre troppo pochi.

E poi riporto paro paro la curiosità da Wikipedia.
Scrisse Plinio: “L’orina delle linci si solidifica così come viene emessa e si rappresenta in pietre simili al carbonchio, risplendenti di un colore rosso, che chiamano lincurio; perciò alcuni autori sostengono che l’ambra si genera così. Ne sono ben consapevoli le linci che, per gelosia, ricoprono di terra la loro orina e questa, perciò, tanto più velocemente si consolida.”
E’ il suo tessssssoro.293068_10200580468127363_1901526826_n


Lori gracile

Guardate questo povero esserino, ne passa di tutti i colori povero cucciolo solo per la cattiva fama che purtroppo gli è stata ingiustamente appioppata.

Il lori gracile (Loris tardigradus), che vive nelle foreste dell’India meridionale e dello Sri Lanka, è un quadrupede arboricolo molto raro, decimato da una caccia secolare per le sue presunte qualità di afrodisiaco, rimedio per l’asma e per fungere da bambola voodoo vivente. Praticamente i lori gracili vengono arrostiti vivi fino a quando i loro occhi bruciano, per farne filtri d’amore. Non solo, li ammazzano perché li considerano portatori di jella. Ma si può??

Ad aggiungersi alle sofferenze occorse a questo animaletto senza coda che sta su un palmo di mano (è lungo circa 200-250 mm e pesa 100-300 grammi), oggi c’è l’invasione dell’uomo nel suo habitat naturale.

Pensate ogni tanto a lui, come si può resistere a questi occhioni che chiedono semplicemente di essere lasciati in pace?

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Ocelote

Questa tenerosità è l’ocelot o ocelotto o ozelot, noto anche come gattopardo americano. E’ un felino selvatico molto comune in Sudamerica, Centroamerica e Messico.
L’ocelot è purtroppo famoso per la sua bellissima pelliccia, principale motivo per cui ora la specie si trova a rischio di estinzione (l’allarme è semi rientrato dopo anni di protezione, siamo sulla buona strada).
La sua particolarità è quella di assomigliare a un gatto domestico ma con la pelliccia di un giaguaro. Il mantello ha un disegno a rosette e macchie nere.
Questo felide è molto elegante, ha pelo liscio, orecchie arrotondate e grandi zampe anteriori.
Gli ocelot occupano vari habitat, comprese foreste tropicali, paludi di mangrovie e foreste secche di montagna fino a 1200 m di altitudine. Più raramente, si spingono anche nelle savane. Cercano sempre di evitare le aree aperte, perché cacciano con la tecnica dell’agguato e la vegetazione folta li aiuta a catturare le prede.
L’ocelot è molto comune anche come animale domestico. Sempre purtroppo perché per prelevare i cuccioli è necessario abbattere le madri.
L’ocelot Babou era l’animale domestico di Salvador Dalì.

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Opossum

L’opossum è un animale famoso.
Sarà perché c’è nell’Era Glaciale (Crash ed Eddie)? Oppure perché si finge morto? Oppure perché dorme a testa in giù?
Direi che per tutto questo si merita la sua fama.

Ebbene sì, quando si spaventa si finge morto (tanatosi) e può entrare in uno stato che si avvicina al coma e che può durare fino a quattro ore. Cade su un lato con bocca e occhi spalancati e lingua penzoloni e poi fa una cosa pulp, molto pulp che ve la cercate su Wikipedia.
E poi chi c’ha voglia di attaccare briga con uno morto?

L’opossum è un arrampicatore fantastico: sugli alberi – o sulla mamma – grazie alla capacità di tutte le zampe di afferrare perfettamente i rami. Oltre alle dita la presa è assicurata dalla lunga coda prensile, non molto pelosa, che avvolge il ramo – o la mamma (come nella diapositiva).
Quando i cuccioli sono pronti a lasciare il marsupio (opossum = marsupiale) il passaggio successivo è appendersi alla schiena della mamma.

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Ornitorinco

Che meraviglia l’ornitorinco.
Innanzitutto è tra i miei animali preferiti in assoluto e questo dato è poco scientifico, dopodiché passerei al suo splendido nome che deriva dal greco: ornis-ornithos “uccello” e rynchos che significa “muso”. 
Perché l’ornitorinco è tante cose insieme: è un mammifero, ma attenzione… depone le uova!
Poi ha i piedi palmati, ma corpo e coda coperti di pelliccia e anche muso d’anatra con il becco, ma nessun dente.
Eccentrico l’ornitorinco. Le sa davvero tutte.
Nella foto un esemplare tenero in modo assurdo.

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Otocione

L’otocione, o volpe dalle orecchie di pipistrello, è una volpe originaria della savana africana. E’ più piccola rispetto ad una volpe comune poiché misura solo 55 centimetri e pesa dai 3 ai 5 chili. Deve il suo nome alla forma delle orecchie che sono grandi circa 13 centimetri e ricordano molto nella forma arrotondata quelle di un pipistrello. Funzionano come dei radar che gli permettono di carpire anche il minimo rumore. È un animale molto timido e timoroso che tende ad evitare qualsiasi scontro con gli altri animali. Quindi poco casino e comportatevi bene con lui.

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Panda rosso

Il panda minore (o anche panda rosso) è un mammifero dell’ordine dei carnivori (nonostante si nutra prevalentemente di vegetali).
Alcune fonti riportano che in lingua cinese è anche conosciuto col nome di hǔo hú (火狐), che letteralmente significa volpe di fuoco; questa interpretazione è quella che ha ispirato i creatori del browser Firefox.
Quando dorme si allunga su un ramo e lascia a penzoloni le zampe, mentre arrotola la coda attorno al corpo e anche sul capo (non cade e non vede la luce del giorno). Le zampe anteriori hanno un sesto dito: un cuscinetto carnoso che serve per agguantare i bambù. A volte per bere utilizza un sistema curioso: mette la zampa nell’acqua e poi la lecca.

Last but not least, il panda rosso è la specie a cui appartiene il Maestro Shifu di Kung Fu Panda.

Per tutto questo io lo stimo.936116_10200600503868244_2010810024_n


Pangolino di Temminck

Detto anche Pangolino del Capo è un mammifero purtroppo a rischio di estinzione. Il corpo, con l’eccezione del ventre e delle parti laterali del capo, è coperto da scaglie costituite da cheratina. Il capo è piccolo e appuntito, gli occhi piccoli e protetti da spesse palpebre. Se è attaccato arrotola il corpo e assume la forma di una sfera interamente protetta dalle scaglie. Nella foto: mini pangolino e pangolina. C’è una giornata mondiale dedicata alla salvaguardia del pangolino: è il 20 febbraio.

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Petauro dello zucchero

Boh, molto personalmente lo trovo uno degli animali più teneri al mondo.
Il petauro da zucchero si chiama così perché.
Perchè “petaurum” in latino vuol dire (gli attrezzi dell’)acrobata per via della membrana planante simile a quella degli scoiattoli volanti e “dello zucchero” perché preferisce i cibi dal sapore dolce. Un tenerone golosone volante.
Il petauro è un piccolo possum marsupiale che vive sulle cime degli alberi in Australia, Tasmania, Indonesia e Papua Nuova Guinea. Si muove da albero ad albero lanciandosi nell’aria e spalancando la membrana che gli permette di planare per anche per lunghezze che possono toccare i 45m. La coda è prensile e serve sia per aggrapparsi ai rami che come timone durante il “volo” e viene anche utilizzata per trasportare il materiale per foderare il nido (nei tronchi degli alberi). È un animale notturno, come testimoniano i grandi occhi. Teneri pure loro. Ecco.


Potamocero dai ciuffetti

Quello che rende particolari i potamoceri sono le lunghe orecchie a punta come quelle degli Elfi, con ciuffetti di peli molto simpatici e fantasiosi. Si differenzia dai facoceri e dai maiali domestici perché corre con la coda verso il basso, inoltre ha un grugno molto muscoloso e occhi più piccoli. Ha diverse colorazioni: da quasi bianco a nero, a rosso bruno, con cresta dorsale di setole bianche. Il maschio ha un paio di verruche sulle guance e canini molto sviluppati. Sono animali notturni che vivono in gruppi in località boscose e umide, nutrendosi di radici e di frutti selvatici. In realtà di un po’ di tutto visto che sono onnivori. Vivono nell’Africa centrale e occidentale. 

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Procione

I procioni mangiano praticamente di tutto: pesci, topi, insetti, uova e spazzatura. A volte “lavano” il proprio cibo inzuppandolo rapidamente in acqua. Perciò sono anche detti “orsetti lavatori”.
Questo animale dalla coda arricciata sa essere opportunista quando deve scegliere un posto in cui rintanarsi. Capita infatti che scelga di abitare il buco di un albero, un tronco caduto a terra, oppure la soffitta di una casa. Oppure un raduno di alpini.

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Quokka

Il quokka è un marsupiale e vive in una piccolissima area nel sud-ovest dell’Australia Occidentale. Sta diventando sempre più raro, ma fortunatamente è specie protetta su alcune isole. Nonostante somigli moltissimo a un piccolo e goffo canguro, è in grado di arrampicarsi su piccoli alberi e arbusti.
Si nutre principalmente di graminacee e fogliame. La salute di alcuni esemplari è stata messa a repentaglio in seguito all’ingestione di cibi inappropriati, come il pane, offerti sull’Isola di Rottnest da visitatori ben intenzionati. Proprio per questo motivo è attualmente vietato dare da mangiare a questi animali.
Ogni anno il quokka dà alla luce un unico piccolo. Un tenero coccolosissimo piccolo.


Suricato

È un animale sociale, vive in gruppi che solitamente contano una trentina di individui, spesso coabitano le tane con citelli e mangoste gialle. Questi animaletti comunicano con mugolii e trilli che compongono una sorta di linguaggio con più di 300 suoni diversi. I suricati sono diurni e si nutrono in un territorio dal raggio di circa 200/250 m intorno alle tane scavate nel terreno o qualsiasi cosa gli ricordi il terreno, evidentemente.

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Viscaccia delle montagne

Si chiama viscaccia delle montagne o viscaccia delle pampas. Vive sugli altopiani della catena andina tra Perù, Bolivia, Cile e Argentina. Predilige le zone d’alta quota fino a 5.000 metri, anche se aride e prive di vegetazione, purché presentino un minimo di disponibilità di acqua e cibo. Ha orecchie sviluppate e vibrisse insolitamente lunghe.

Ha il pelo folto e morbido e una coda luuuuuuunghissima che da seduto attorciglia su stessa formando un simpatico ricciolino.
Ha le braccine a T-rex, una parentela che lo rende decisamente temibile – si vede subito che è un animale molto ‘feroce’ – e allo stesso stesso tempo adorabile.


Vigogna

È un mammifero andino che appartiene alla specie dei camelidi. Vive tra i 3.000 m e i 5.000 m e ha un pelo morbido molto pregiato. A renderlo ancora più prezioso é la rarità dell’animale che dal periodo coloniale spagnolo ha vissuto vere e proprie stragi. Ora alcuni esemplari sopravvivono in libertà in riserve a loro dedicate. Vivono in branchi di 10-15 vigogne, tutti estremamente coccolosi.

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Wombat

I wombat sono quadrupedi muscolosi dalle zampe corte, lunghi circa 1 m e muniti di una coda molto corta. Abitano nelle foreste, sulle montagne e nelle lande dell’Australia sud-orientale e della Tasmania. I wombat hanno grandi capacità di adattamento e possono essere rilasciati in natura anche se allevati in cattività, a differenza della maggior parte degli altri animali selvatici. Però continueranno a dormire in un cappello.

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Zibetto delle palme comune

È molto famoso in Indonesia perchè “produce” il Kopi Luwak: un tipo di caffè fatto con le bacche, ingerite, parzialmente digerite e defecate proprio dallo zibetto. Il nome deriva dall’indonesiano Kopi, caffè, e Luwak, nome locale dello zibetto delle palme.

Il Kopi Luwak è il caffè più costoso del mondo: una tazzina di questo “oro nero” costa addirittura quindici euro. Ma chi ha assaggiato il Kopi Luwak ammette che ne vale veramente la pena: qualità eccellente, aroma delicato e persistenza nel palato di un’ora dopo l’assaggio.374070_4226369770698_955215653_n

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