Avventure sarde. Premesse e aneddoti.

Sono giorni di grandi pensieri. Grandi. Pensieri.
Cerco di riordinare le idee, é difficile. Tra le altre e grandi cose c’è ancora lui e sono più di tre anni che è così. Sono tre anni che sono persa nemmeno io so dove e che i miei occhi sono acquosi. Non so perché, non so mai niente io, ma le affinità elettive non le puoi mica scegliere come scegli la frutta all’Esselunga. Mi lascio cullare dal mio dolore. Ero così bella tre anni fa, ero felice e non sapevo nemmeno io quanto e faccio tutto così lentamente.

Ora torniamo a noi, perché siete qui per leggere della Sardegna, non della mia malinconia, ma se siete qui é anche perché sapete che viaggiare é vita, non é una sospensione temporale dove non accade nulla. E questa é la mia.

Sono stata in Sardegna a metà luglio. Ho dovuto dividere le mie ferie estive in due per motivi personali. Una settimana in Sardegna e una in Norvegia. Questo scrivevo agli amici al mio arrivo ad Oslo:

Da 40 gradi a 16. Dal costume al maglioncino.

Dal mare cristallino della Sardegna alle tonalità blu oltreoceano dei fiordi norvegesi.

Prima bianca tra gli abbronzati e ora abbronzata tra i bianchi.

“In direzione ostinata e contraria”. Sempre.

In Sardegna sono stata ospite per metà settimana dal mitico Stefano, un amico conosciuto sul volo per Tokyo. Stefano vive poco lontano da Carbonia e gli devo tanto perché mi ha fatto scoprire una terra che non pensavo essere così. É stato tutto informale e selvatico, io amo fare snorkeling, soprattutto dove non c’è NESSUNO. Stefano é riuscito a esaudire anche questo desiderio. A luglio. Inoltre é un professionista ed esperto in florovivaismo, giardinaggio e bonsai. Lui sa tutto. Rocce, piante, animali, non c’è niente a cui non abbia saputo rispondere. Io sono una turista curiosa, chiedo informazioni su un sacco di cose, anche le meno convenzionali. Ma lui – impassibile – aveva tutte le risposte.

Quindi la prima parte dell’itinerario avventuroso sardo é merito suo, mentre la seconda parte della settimana sono stata ospite della mia splendida amica Laura e del suo ragazzo Daniele, vicino Cagliari, a San Sperate. Laura l’ho conosciuta in vacanza a Cuba, non la vedevo da 8 anni, ma era proprio come se non ci fossimo mai separate. A lei devo un itinerario meno selvatico, ma carico di affetto e spensieratezza.

Ho degli splendidi ricordi della mia prima vacanza in Sardegna.
Ebbene sì, era la mia prima volta. Mi sono decisa perchè questi amici non conoscendosi e non sapendolo mi hanno invitata insieme e perchè ero stufa di essere presa in giro perchè sono stata a Jàsnaja Poljàna e mai in Sardegna!

Mi avevano detto in tanti “È bellissima, ma se non vai al mare non c’è niente da fare. Ti annoi. Tutta brulla, l’interno poi… non c’è nulla!” E ora sono qui a chiedermi che razza di Sardegna abbiano visto queste persone perchè la sottoscritta non è riuscita a fare TUTTO quello che voleva fare e che il mare, sì, ok, fantasticooo, ma quante altre cose! Meno male che non ascolto mai nessuno e faccio sempre da me.

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È tutto così brullô in Sardegna. Tutte rôcce.

Con la Sardegna ho poi un legame particolare. Per via delle lingue che ho studiato e che parlo ho perso il mio accento locale. Ora ho un accento ibrido, difficilmente classificabile, ma la maggioranza delle persone che incontro per la prima volta mi chiede se sono sarda. Sul serio, non scherzo. Persino qualche sardo mi ha chiesto: “Di che parte della Sardegna sei?” Che onore.

Ho preso anche una multa in Sardegna una volta. Sì. Mi è arrivata una multa dalla ZTL di Sassari. Ah. Come ti spiego che non sono mai stata in Sardegna?

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Non c’è niente da fare in Sardegna! Ci si annôia!

 

Quando ho visto lo stadio Sant’Elia a Cagliari poi mi sono ricordata che 20 anni fa avevo partecipato alla pesca di beneficenza del mio paesello e avevo vinto… una bandiera del Cagliari! Non potevo però sopportare l’idea che fosse inutilizzata così in casa abbiamo cominciato a tifare Cagliari. Ogni domenica si guardava nell’ordine: il risultato del Milan, del Brescia e del Cagliari. Se il Milan incontrava il Cagliari a casa mia era un gemellaggio.

Sarà per tutte queste cose, sarà che ho incontrato delle persone splendide (nuove e conosciute), sarà che il cibo mi ha conquistata con il suo carattere deciso – come un uomo che sa quel che fa e ha il coraggio di dirti sempre tutto in faccia (scusate uomini, è un paragone che mi è venuto spontaneo, non ce l’ho con tutti, si è capito) – sarà che mi sembra di esserci stata milioni di altre volte.

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Il parchetto delle poesie a San Sperate. “Parlami e ascolto”

Annuncio un amore e aggiungo la Sardegna all’elenco dei luoghi in cui mi sento a casa. E dal momento che le cose da dire sono tante, vorrei poter fare un blogpost per ogni giorno. Vediamo un po’.

 


A grandi linee ecco il programma (sconsigliato a chi cerca solo la spiaggia), approfondirò il tutto nei prossimi post.

Primo giorno: Uliveto storico di S’Ortu Mannu / Cala Sapone / Is praneddas (Arco dei baci) a Sant’Antioco / Tratalìas 

Secondo giorno: Ingurtosu / Piscinas / Grotta di Su Mannau

Terzo giorno: Fonte di Pubusinu / Capo Pecora / Buggerru / Cala Domestica / Porto Flavia / Pan di Zucchero

Quarto giorno: Grotte Is Zuddas / Costa Sud on the road / Tuerredda

Quinto giorno: Cala Sinzias / Cala Pira

Sesto giorno: Cagliari / Complesso nuragico di Barumini

Settimo giorno: San Sperate / Poetto

 

A tra poco, ordunque!

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14 pensieri riguardo “Avventure sarde. Premesse e aneddoti.

  1. Splendido tutto! La malinconia iniziale, il fare da sé, la storia che ci lega a dei luoghi insospettabili e poi quando ci andiamo ci sentiamo a casa! Se come me sei una che ama leggere libri sui luoghi che visiterà o ha visitato: Tutto il miele è finito di Carlo Levi. Mi sembrava di essere lì (e non ci sono mai stata, se non due volte a Cagliari ma solo per la partita della mia squadra del cuore, senza visitare nulla)…

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    1. Grazie mille per il tuo commento e soprattutto per il consiglio di lettura! Ho apprezzato molto!
      Ora sono in alto mare per l’esame di giapponese e per la programmazione di un viaggio, appena riesco lo recupero volentieri.
      Quindi anche per te Cagliari è… calcio? 😀

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