L’Italia in treno che non va proprio da nessuna parte

Mi devo togliere un sassolone dalla scarpa. C’è un luogo in cui io non mi sento e non mi sentirò mai a mio agio. E tantomeno mi sento a casa.

Parlo dei treni italiani.

Ho fatto la pendolare per 8 lunghissimi anni. Avevo circa 200 km da percorrere ogni giorno. Ne sono rimasta traumatizzata.

Non è questione di avere pazienza, ma di annullare la propria dignità per accettare ogni giorno le mirabolanti peripezie che Trenitalia decide di dedicare in esclusiva a chi utilizza i suoi prestigiosi servizi.

Una sera mi sono diretta a Milano Centrale con l’intenzione di prendere il treno delle 20.10. Ah ah. Per un guasto al locomotore il treno parte alle 20.50. Alle 21.15 il treno si blocca nel nulla. Veniamo invitati a scendere, in mezzo alla campagna. Al buio seguiamo i binari fino alla stazione più vicina mentre il treno successivo ci scorre accanto (alla faccia della sicurezza). Arrivati in stazione abbiamo dovuto aspettare un’altra ora per il treno seguente. Sono arrivata a casa che mancavano pochi minuti a mezzanotte. 4 ore. 4 interminabili ore per 100 km.

Questo è solo uno dei mille umilianti episodi capitati in tanti anni di sfortunato pendolarismo.

Sapete che ogni volta che vado sul sito Trenitalia – per fortuna non più di una volta all’anno – devo chiamare uno o più amici e fare in modo che ci sia sempre qualcuno con me al momento della prenotazione?  Da sola non ce la faccio psicologicamente. C’è sempre qualcosa che non va. La selezione della città, le date, il tipo di treno, il pagamento. Ogni volta mi sento una nullità persa nei meandri impossibili dell’assurdità Trenitalia. Come Asterix e Obelix quando cercano di uscire dalla casa che rende folli.

 

Una volta che hai superato lo scoglio prenotazione poi però il treno lo devi prendere e lì iniziano i problemoni. Una volta ho perso un esame universitario per colpa di un treno, ho dovuto trovare sistemazioni notturne all’ultimo secondo per colpa dei treni, ho fatto delle corse con valigia in mano per riuscire a prendere delle coincidenze che sulla carta erano lontane almeno un’ora, ma nella realtà pochi secondi. Corse da olimpiadi!

Una sera tornavo da Monaco di Baviera, avevo lavorato per giorni e giorni in fiera, ero stanca morta, era venerdì sera e io ero su un treno. A Verona c’era il cambio, l’ho perso perchè il primo treno era in ritardo, ho fatto notte aspettando il successivo che ci ha messo un’ora e mezza per fare 50 km. Ero disperata, stanca che crollavo. Giunta alla porta del treno ho notato un cartello pubblicitario: “Trenitalia. La scelta migliore che c’è.” Quasi urlo. Ma come fai a scrivere una boiata simile?? “Migliore” è un termine che non è pronunciabile nella stessa frase di Trenitalia. E la scelta migliore… quale altra scelta abbiamo???

foto-23-01-17-14-02-27

 

Non stiamo parlando di avventure, prendere un treno locale non è un’avventura, è umiliante.

Eppure mi dispiace, il treno è un mezzo comodissimo se funziona a dovere, permette di leggere, lavorare, distrarsi. Ridurrebbe traffico e inquinamento. L’espressione “e vabbeh” è un problema tutto italiano. Una pigrizia cosmica che se ti lamenti sei scemo, che ti stanchi a fare? Penso a quei poveri pendolari che sopportano con pazienza e che creano in Facebook pagine mitologiche come: “Unicorni, draghi e treni in orario“.

E poi ripenso alla scena del trenino casalingo ne La Grande Bellezza e Jep Gambardella che commenta:

So’ belli i trenini che facciamo alle nostre feste, so’ i più belli di tutta Roma. […] So’ belli. So’ belli perché non vanno da nessuna parte.

E in questa metafora io ci vedo l’Italia e Trenitalia. Se c’è da far baldoria ci si muove seriamente, se seriamente dobbiamo spostarci… non andiamo mai da nessuna parte.

“Non posso più perdere tempo a fare cose che non mi va di fare” diceva poi Jep in un’altra scena: non posso più stare ore al freddo e al gelo ad aspettare inutilmente un treno che – se arriva – è sempre in ritardo.

 

 

E poi ancora: dove mi siedo mentre aspetto ore e ore, visto che le panchine sono un altro oggetto mitologico?

 

tumblr_neezodii6h1tgmrbjo1_1280

Pubblicità

9 pensieri riguardo “L’Italia in treno che non va proprio da nessuna parte

  1. Hai ragione, Trenitalia riesca a essere snervante. E’ tremendo per i pendolari dover viaggiare in condizioni e ti assicuro che lo è anche per gli occasionali. Specie quando spendi 80 euro per un frecciarossa che poi fa un’ora e mezza di ritardo (che poi, con “soltanto” un’ora e mezza c’è da sentirsi fortunati). Peccato perché viaggiare in treno sarebbe così bello e rilassante…

    "Mi piace"

    1. Esatto, hai ragione, non è nemmeno economico!! O le frecce a prezzi assurdi (comunque in ritardo) oppure i locali a prezzi equi, ma come e quando arrivi… beh, sono un po’ fatti tuoi.
      E poi i biglietti: se il tuo treno ha un ritardo cosmico, il tuo biglietto non ti dà mica diritto a prendere un’altra tipologia di freccia. Sei sempre a rischio multa. E comunque in ritardo. Nemmeno nei posti più remoti del pianeta ho visto tanta arroganza, pigrizia e assurdità.

      Piace a 1 persona

  2. Hai ragione, mio marito ogni giorno mi racconta un’avventura, quando rientra in anticipo…e io mi stupisco, vuol dire che è riuscito a prendere il treno prima…ma che era in ritardo 😉 Lo so è un casino anche spiegarlo 😉

    "Mi piace"

    1. Ahahahah, proprio così 😀
      Cavoli, mi sono dimenticata di raccontare di quando in estate il nostro moderno treno ha frenato forte e uno ha urlato “al fuoco” perchè parecchio fumo era entrato dai finestrini aperti. Sono scesi tutti tranne noi pendolari che ci siamo sporti dal finestrino e abbiamo detto loro: “È il fumo dei nostri moderni freni, ora salite che sennò accumuliamo altro ritardo per favore”.
      La fantascienza!

      Piace a 1 persona

  3. Come ti capisco, Trenitalia riuscirebbe a far perdere la pazienza anche a uno come San Francesco! Tra l’altro, qualche anno fa – prima di Flixbus, BlaBlacar o Italo – la voce di Trenitalia a bordo ripeteva in continuazione: “Grazie per aver scelto Trenitalia” scusa, ma che altra scelta abbiamo?? Assurdo 😀
    p.s. Bellissimo Asterix e le 12 fatiche, l’avrò visto centinaia di volte!

    Piace a 1 persona

  4. Condivido! Il giorno del mio scorso compleanno l’ho passato letteralmente in treno. Ero tornata a Lucca (mia città natale) per una cena con i vecchi compagni delle elementari (!); il mattino successivo, alle 8.25, ho preso il treno per tornare a Milano, dove vivo, e dove sono arrivata alle 18.15 …..

    "Mi piace"

Rispondi

Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un'icona per effettuare l'accesso:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...