Berlino parte quarta: ancora Mitte

Quarta puntata. Praticamente ci stiamo girando a piedi tutta la città. Ginnastica!

Nell’ultima tappa ci siamo fermati al bunker del Führer di fianco al Monumento all’Olocausto. Torniamo indietro alla Porta di Brandeburgo, la attraversiamo e percorriamo il viale Unter den Linden (‘sotto ai tigli’) fino ad arrivare all’Isola dei Musei, passando per Hackescher Markt e proseguendo poi per Rosenthaler Straße e Sophienstraße.

Il viale Unter den Linden era ed è tutt’ora la strada più importante della città e collegava il Tiergarten, all’epoca terreno di caccia dei re, all’Isola dei Musei dove sorgeva il Castello cittadino, lo Stadtschloss, che ha avuto un ruolo fondamentale per lo sviluppo della città. Tuttavia ha vissuto una vita travagliata. La costruzione originaria risale al 1443 ed è stato la casa dei principi elettori di Brandeburgo, dei re di Prussia e degli imperatori di Germania. Ha resistito nei secoli, ma il seguito lo riporto dal sito di VisitBerlin perchè spiega molto bene la storia recente del castello: “In seguito alla Seconda Guerra Mondiale, il boulevard era un deserto di macerie, con l’eccezione dello Stadtschloss. Nel 1950, però, Walter Ullbricht, l’allora Segretario generale del comitato centrale del Sozialistische Einheitspartei Deutschlands (SED) (Partito Socialista Unificato di Germania), decise di far saltare in aria e di far demolire lo Stadtschloss in quanto simbolo dell’assolutismo prussiano. Al posto dello Stadtschloss, Erich Honecker fece costruire nel 1976 il Palazzo della Repubblica, che in seguito alla svolta venne chiuso e demolito a causa di una contaminazione di amianto. Nel 2006.” 

Non è finita qui per il povero castello. Ora lo rivogliono. Infatti c’è un bel cantierone nel cuore della città, tra i molti altri. Chiaramente in un periodo storico come questo, caratterizzato da una contrazione economica mondiale, la gente si è incazzata e non poco. Sembra che il nuovo castello costi 615,5 milioni di euro. Si chiama Humboldtforum, sarà pronto nel 2019 e l’anno scorso hanno posato il tetto con una cupola che ricorda quella del Reichstag. Dal punto di vista architettonico ed estetico non sono d’accordo, è anacronistico e dal punto di vista economico nemmeno commento.

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Il cantiere del Berliner Schloss – Humboldtforum ai suoi albori. Nov. 2012
Tuttavia, prima di arrivare al cantiere del castello lungo il viale Unter den Linden possiamo vedere la Humboldt-Universität, la Staatsoper (Opera di stato), la Neue Wache – Nuova guardia, con un monumento che era dedicato in origine alle vittime tedesche delle guerre contro Napoleone, ma il governo della DDR lo ha dedicato alle vittime del fascismo e del militarismo – e lo Zeughaus (Arsenale). Da non dimenticare Babelplatz dove si ricorda il luogo dove il 10 maggio 1933 i nazisti bruciarono per la prima volta i libri non graditi all’ideologia. Interrata nella piazza c’è una sorta di buca coperta da una lastra di vetro, illuminata di sera, che contiene degli scaffali bianchi vuoti. Un effetto da brividi, proprio come l’episodio.

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La scultura “La Pietà” all’interno della Neue Wache
In fondo al viale come detto il cantiere del castello che si trova di fronte al Duomo di Berlino e all’Altes Museum, un edificio in stile neoclassico dal forte impatto costruito nella prima metà dell’800 per ospitare la collezione artistica dei re di Prussia.

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Altes Museum
Piccola chicca prima di proseguire: Fernsehturm, la torre della televisione di Alexanderplatz che si trova poco distante dal cantiere del castello. Questa torre ha una grande palla di specchi riflettenti che in epoca sovietica ha giocato brutti scherzi. A una cert’ora del giorno gli specchi riflettono la luce del sole creando una grande croce. Beffardo il destino visto che all’epoca avevano cercato di eliminare ogni croce dalle sommità delle chiese.

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Croce o non croce?
Proseguiamo per l’Isola dei musei e molti mi chiedono quale vale la pena di visitare tra i vari musei: Altes Museum, Alte Nationalgalerie, Neues Museum e Pergamonmuseum. Personalmente ho visto gli ultimi due, magnifici entrambi, ma i percorsi sono piuttosto lunghi quindi se dovete sceglierne uno io vi consiglio il Pergamonmuseum perchè l’altare di Pergamo toglie il fiato!!!! Non dimentichiamoci poi la porta del mercato di Mileto e l’Ishtar Gate, uno degli storici ingressi alla città di Babilonia. Io dico che ne vale assolutamente la pena.

Continuiamo seguendo la direzione Hackescher Markt, è una zona molto carina, la ricordo con il sorriso e poi da qui andiamo verso Rosenthaler Straße. Questa via la ricordo pazzesca! Sono finita qui per puro caso. Perchè alla mia amica avevano assegnato un compito divertente, bisognava ripercorrere Berlino sulle tracce del libro “Berlin Alexanderplatz” dello scrittore Alfred Döblin.

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Il percorso del libro “Berlin Alexanderplatz”
Il libro non è tra i miei preferiti, è macchinoso e pesante, però mi ha fatto scoprire angoli meravigliosi di Berlino. Ricordo che ad ogni portale di palazzo, quindi ogni 5 metri, si aprivano cortili pieni di sorprese: mostre, negozi strampalati di usato, fumetterie, studi di artisti, targhe commemorative ovunque, finché non sono finita in un sotterraneo che un gruppo punk aveva trasformato in una mostra di oggetti creati assemblando vecchi pezzi di ricambio di automobili e altri rottami. Ricordo come se fosse ieri che alcune di queste sculture erano automatizzate, inserendo una moneta si muovevano, ma era tutto così dannatamente underground. Un sogno. A volte penso davvero di averla sognata quella giornata.

Faccio un controllino su internet e scopro che il gruppo e che il sito esiste ancora!! Dovete assolutamente farci un salto: Monsterkabinett del gruppo Deadchickens.

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Il Monsterkabinett
Finisce il mio viaggio mentale per Berlino. Vi lascio qui in buone mani a perdervi nel cuore della città. Se e quando ritornerò magari inserirò degli aggiornamenti ai post.

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Ho solo un’ultima cosa da segnalarvi: all’aereporto di Schönefeld hanno il vizio di piazzare un’etichetta sulla cerniera dei bagagli a mano dopo il primo controllo, se aprite la valigia o rompete l’etichetta dovete rifare tutti i controlli ed è un aeroporto trafficato. Evitate e aspettate di essere al gate per riaprire la vostra valigia.

 

Ancora un’ultimissima info: considerate una visita al Konzentrationslager di Sachsenhausen. Ci vuole un po’ più di mezza giornata, ma, sapete… Grazie.

 

Qui trovate i post precedenti sull’argomento: Berlino 1a parte, Berlino 2a parte, Berlino 3a parte

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2 pensieri riguardo “Berlino parte quarta: ancora Mitte

  1. Ciao. ho un rapporto un po’ conflittuale con berlino. Sono sicuro che ci sia una qualità della vita molto buona e tante cose da fare, ma un po’ il meteo, un po’ la cucina e l’austerità dell’architettura non me la rendono molto simpatica. Comunque ho letto con piacere il tuo racconto, a testimonianza del fascino che, in fondo, Berlino esercita su di me 🙂

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    1. Ciao Domenico, capisco perfettamente. 🙂 nel primo post parlavo di peso della storia di Berlino, io non credo che – giustamente – tutti abbiano voglia di guardarla in faccia questa città. Sento sempre un’aria pesante a Berlino. E poi c’è il contorno: può essere il meteo, un fatto accaduto o il nostro umore e la reputazione di quel luogo è segnata. Vedi il post di Barcellona che ho scritto qualche giorno fa. Tutto il mondo la ama, io la detesto 😂 secondo me noi “portiamo” qualcosa in un luogo e lui contribuisce per metà. Mia teoria appena sveglia nel freschino di Oslo. Qui si dice “frisk” a tutto, niente è mai freddo, solo freschino.

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