Prima puntata a tema Berlino e non so nemmeno quante ce ne saranno. Oggi si parla di Kreuzberg e Friedrichshain.
Premessa di oggi
Altro blogpost, altra capitale. Gioco sul sicuro per ora. Mi viene facile scrivere di luoghi ‘vicini’ che conosco così bene, è un po’ più difficile dare la panoramica di un lungo viaggio dall’altra parte del mondo.
Mi viene chiesto di scrivere subito di Giappone, ma confesso di aver paura ad affrontare un tal mostro sacro e a confrontarmi con i veri esperti. Non mi sento pronta e non lo sono. Sono solo un’umile viaggiatrice, non un’esperta.
Per il momento quindi continuo a nuotare vicino al bordo. Poi si vedrà.
Bisogna avere rispetto di Berlino
“C’è una regola per cui serve andare a Berlino per sentirsi un po’ meno normali.” Opinione ovviamente e spassionatamente personale: mi sta davvero antipatica l’idea che Berlino sia diventato il posto figo dove andare per fare i fighi. No, no, no. Berlino è tra i fulcri della storia del ‘900. A Berlino c’è aria di storia recentissima ed è più pesante che mai. La città la porta sulle spalle e tu turista devi fare altrettanto.
Bisogna avere rispetto di Berlino. Delle sue ferite.
Una città sventrata, separata, riunita in qualche modo e ora carta bianca degli studi di architettura di tutto il mondo che non riescono a crederci di avere così tante possibilità di creare dal niente in pieno centro città. Dove c’era il Muro ora ci sono le archistar.
Da appassionata di architettura dico che è bellissimo, da appassionata di Berlino dico che lo è un po’ meno. Perché è cambiando completamente volto che Berlino perde il suo carattere.
Parlo di Kreuzberg in primis, il quartiere multietnico per eccellenza, simbolo di integrazione e convivenza diventato un punto di ritrovo “alternativo”.
Ho letto con dispiacere dell’artista Blu che ha cancellato un suo storico graffito della zona perché a breve l’edificio sarebbe stato demolito. Lo capisco.
Ergo, correte e respirate Berlino prima che.
Kreuzberg
Siete mai stati a Kreuzberg? Che figata. No saprei come altro descriverlo.
Lì ho visto il mio primo spazio co-working nel 2010. Ne avevo sentito parlare, ma visitare
betahaus è stata davvero un’esperienza. C’è persino un laboratorio/officina per artisti stracolmo di attrezzi.
A Kreuzberg ho mangiato i migliori kebab della mia vita, ça va sans dire, perché è un quartiere con un’alta rappresentanza turca.
Nel 2011 sono stata Berlino per lavoro e sono arrivata la sera tardi, sola.
Ho pensato di uscire a mangiare. Ho preso un kebab all’inizio di Oranienstraße, verso Moritzplatz (purtroppo questo localino non c’è più) e non c’erano clienti oltre a me. Il ragazzo del locale si è preparato un kebab a sua volta, ha stappato una coca e si è seduto di fronte a me. È stato bellissimo, ero appena arrivata e mi sentivo già a casa.
Dopo una mezz’oretta sono arrivati i cugini, quindi çay turco per tutti. Olé! Questa è Kreuzberg: non sai mai cosa ti capiterà.
Solo a Tokyo o a Roma mi capita di sentirmi così: luoghi imprevedibili.
Se da Moritzplatz proseguite per Oranienstraße (per la strada vedrete kebab e ristoranti asiatici a non finire, siete nel posto giusto per queste cucine) fermatevi al numero 25. Entrate nella libreria Kisch & Co. e lustratevi gli occhi con la quantità e la qualità dei volumi di qualsiasi genere d’arte esistente. Qui ho trovato un libro con le scritte divertenti sui muri di Berlino (Nota: in realtà i tedeschi hanno un rapporto molto ‘ravvicinato’ con le scritte sui muri, un fenomeno molto più diffuso che in Italia. Una mattina ad Amburgo sono uscita di casa e ho trovato sulla porta delle tag fresche fresche. Oserei dire che in Germania è diventato un problema). A pochi passi dall’ingresso proseguite oltre la cassa sulla destra, andate praticamente dritti e… uscirete dalla libreria per trovarvi dentro a una mostra, ma senza uscire davvero. Una libreria / armadio di Narnia. E Kreuzberg è anche così: senza categorie.
Se volete dormire in zona vi consiglio l’hotel Motel One in Moritzplatz a Kreuzberg, all’inizio della lunghissima Oranienstraße e proprio alla fermata della U-Bahn Moritzplatz.
In questa piazza avevo trovato un negozio fantastico di oggetti meravigliosi realizzati con materiale riciclato. Se vi interessa (e se parlate tedesco) trovate qui l’e-shop perché purtroppo il negozio ha chiuso a fine dicembre 2015. Che peccato però!
Chiudo con Kreuzberg parlando della famosa vita notturna (solo dopo che avete portato rispetto a Berlino, ovviamente). Berlino è la capitale mondiale della techno e si sa. Se è il vostro genere c’è solo che da sbizzarrirsi e lanciarvi in uno dei tanti locali.
Il migliore su tutti sembra essere il Berghain (‘sembra’ perché purtroppo non ne ho esperienza diretta, non ancora!) e il suo nome è una fusione alla Dragon Ball tra i nomi Kreuzberg e Friedrichshain, i due quartieri di cui segna il confine. Sembra che sia anche difficile entrare in questo locale e il quotidiano online Il Mitte vi dà qualche consiglio qui.
Personalmente vi consiglio il Tresor. Ci sono andata verso l’1 del mattino ed era ancora poco affollato, ma meglio così, altrimenti tocca fare la coda. Il Tresor è un ex centrale elettrica ora locale notturno. Pochi adattamenti sono stati fatti per riconvertire il luogo da un compito all’altro quindi la “sala” si trova sottoterra tra colonne in cemento grezzo e calcinacci. Poche e sintetiche luci. Arredo quasi inesistente.
Il mio consiglio è di portarvi tappi per le orecchie o cuffie antirumore. Il suono rimbomba da matti là sotto. I bagni sono probabilmente ex cabine di centraline elettriche e l’unica cosa che è stata aggiunta sono i wc e i lavandini.
Ricordo graffiti ovunque e un’atmosfera surreale. Un’esperienza da fare, sicuramente. ‘Decadentemente’ incantevole, se siete appassionati di luoghi abbandonati come la sottoscritta, non può che farvi brillare gli occhi un edificio non snaturato, ma semplicemente riutilizzato.
Friedrichshain
È considerato il quartiere “erede” di Kreuzberg. Dal momento che quest’ultimo sta cambiando faccia era necessario e naturale trovare un luogo dove portare avanti il clima alternativo, underground di Berlino.
Eccolo qui, una grande porzione dell’ex Berlino Est raggiungibile da Alexander Platz percorrendo la grande arteria stradale Karl Marx Allee, un enorme viale su cui si affacciano imponenti edifici dallo stile Art Déco (tipico dell’architettura nazista, fascista e sovietica). Arriverete alla Frankfurter Tor (la porta di Francoforte sull’Oder, ovvero in direzione della città) e vi consiglio di ammirare le due torri sormontate dalle cupole. L’impressione è estremamente …“monumentale”. La sera le cupole vengono illuminate. A voi forse non sembrerà niente di che eppure mi ha molto affascinata questo luogo. Mi ha lasciata ammutolita. (Nota: Tra Karl Marx Allee e e la poco lontana Wedekindstraße hanno girato il film Le vite degli altri, vincitore di un premio Oscar come miglior film da straniero. Consiglio.)
Conosco bene questo angolo perché vi consiglio un ostello che si trova nelle vicinanze (la stazione della metropolitana si chiama Frankfurter Tor) nel caso in cui stiate organizzando un soggiorno economico. Si chiama The Odysee Hostel e attualmente mi risulta sia in ristrutturazione, verificate se ha riaperto. Pulito, originale ed economico. Ci sono stanze in condivisione oppure private con bagno. All’ingresso una sorta di ambientazione ‘dentro alla stiva di una nave’ (forse) con la simpatica presenza di una statua della morte con la falce e un’armatura. Insomma, un posticino davvero particolare. Colazione esclusa, ma se non sbaglio il costo era all’incirca di 3€, buona e super abbondante, consiglio. Guardate dalle finestre sul retro dell’ostello. Vedrete un edificio abbandonato e decrepito, con i graffiti che emergono dai calcinacci. Questa è Berlino nel mio cuore. Qualcosa che sopravvive nonostante tutto e che trova nella decadenza il suo più meraviglioso e sbalorditivo fascino.
L’ostello si trova all’incrocio con Warschauer Straße, percorretela fino alla omonima stazione U-Bahn e a quel punto non potrete non ammirare l’Oberbaumbrücke, un ponte a due livelli sul fiume Sprea che collega i quartieri di Kreuzberg e Friedrichshain. Sul lato del fiume del quartiere di Friedrichshain correva il Muro e il ponte era di fatto un checkpoint.
L’Oberbaumbrücke ha una storia travagliata. Questa versione è degli anni ’60 e Calatrava nel ’94 ne ha realizzata una piccola sezione.
Da questo ponte potete percorrere un km circa lungo il Muro ancora esistente che ospita i famosi graffiti. Arriverete alla fermata S-Bahn di OstBahnhof.
C’è un altro ponte poco lontano che attira movida e ispira poesia, anche se all’apparenza sembra solo del freddo cemento. Lo spiega molto meglio di me questo splendido articolo.
Tutto qui?
Per oggi sì. Sono stata a Berlino molte volte dal 2000 ad oggi, da quando ragazzina ho studiato tedesco in Germania all’ultima volta in cui ho accompagnato un amico a girare un video musicale.
Mescolare i ricordi di viaggi diversi con scopi diversi in momenti diversi e con emozioni diverse non è facile. Berlino è cambiata moltissimo da allora e anche io. Incontrarci è difficile.
Ci riprovo nella prossima puntata per parlare del quartiere Mitte. Sarà densa densa.
Consigli di lettura
Prima di lasciarvi (per oggi), vi consiglio alcune letture nel caso in cui siate interessati a restare aggiornati su cosa succede a Berlino:
– Il Mitte, quotidiano di Berlino per italofoni
– Berlino Cacio e Pepe Magazine
– Rivista Meridiani – Berlino (ha già 5 anni quest’edizione, ma Meridiani non sbaglia un solo colpo)
Inoltre, un paio di curiosità / suggerimenti linguistici che trovo comunque molto utili per chi volesse fare un viaggio a Berlino o in Germania in generale. La lingua che parli a sua volta parla di te:
– “Piccolo viaggio nell’anima tedesca” di Vanna Vannuccini e Francesca Predazzi, ed. Feltrinelli
– Dodici parole tedesche che non esistono in italiano
Viel Spaß beim Lesen!
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